Storia

Nostradamus: la storia di un “profeta ciarlatano”

Quel ciarlatano di Nostradamus

Gli indovini sono in circolazione dall’alba dei tempi e probabilmente anche da più a lungo. Dopo tutto, sapere che cosa accadrà in futuro è sempre stato riconosciuto più interessante e vantaggioso rispetto al sapere cosa è già successo. Uno dei profeti più famosi è senza dubbio un ex dottore della Francia meridionale di nome Nostradamus.

Il suo nome è sinonimo di cataclisma, disgrazia, morte e distruzione. La sua fama è chiamata in causa in seguito a gravi catastrofi.

Si dice che Nostradamus abbia previsto l’11 settembre, ad esempio. Più di recente Nostradamus avrebbe previsto il rogo di Notre-Dame fino ai giorni nostri questa epidemia di Covid-19. Ne parliamo QUI.

Una ricerca su Google ti lascerebbe impantanato in orde di teorici della cospirazione, venditori ambulanti del New Age.

Prove “non provate”

I suoi devoti, che gli attribuiscono il soprannome “Nosty“, riciclano i soliti versi mal tradotti aggiungendone altri inventati portandoli come “prova” della sua lungimiranza.

Su Google ti imbatterai quindi profezie apocrife. In una ricerca troverai Nostradamus che ci avvisa che “due uccelli d’acciaio cadranno dal cielo sulla metropoli”. In un’altra troverai la contorta interpretazione di John Hogue, che con pregevole scioltezza sostiene che il verso:

Quando il 1999 è scaduto di sette mesi” può fare riferimento all’11 settembre se si inverte “1999” in “9-11-1”.

Ma neanche fonti autorevoli possono definirsi impeccabili quando si parla di Nostradamus, sfortunatamente. Nella sua voce per Nostradamus, l’attuale edizione dell’Enciclopedia Britannica contiene almeno una mezza dozzina di errori fattuali di base.

L’Enciclopedia Britannica afferma ad esempio che i suoi libri furono banditi dalla Chiesa cattolica romana, cosa che non successe mai.

Nosty trascorse gran parte della sua vita a creare un alone di mistero attorno alla sua figura e ai suoi scritti. Ha affermato di avere tutte le risposte, ma che “essendo molto pericolose” bisognava che “Tali segreti non dovessero essere espliciti, ma contenuti in frasi enigmatiche”. Con il suo fare oscuro, ha sempre attirato su di se le polemiche dei tanti detrattori ma anche molta gente pronta a credergli sulla parola.

In uno scritto del 1558 (“First Invective of the Lord Hercules the Frenchman Against Monstradamus“) lo si definisce come

“Un certo pazzo idiota senza cervello, che sta gridando ai quatto venti sciocchezze e pubblicando le sue previsioni e le sue fantasie”.

Nello stesso anno, l’astrologo Laurent Videl, nella sua “Dichiarazione degli abusi, delle ignoranze e delle sedizioni di Michel Nostradamus”, ha scritto:

“se volessi citare tutti gli errori e le idiozie nelle tue opere degli ultimi quattro o cinque anni, avrei bisogno di un libro piuttosto grande”.

Questo anonimo epigramma latino dello stesso periodo forse lo riassume meglio:

“Nostra damus cum falsa damus, nam fallere nostrum est: / Et cum falsa damus, nil nisi nostra damus”.

“Diamo il noi stessi quando diamo il falso, perché noi stessi siamo falsi. E quando diamo il falso, non diamo altro che del nostro.”

Michel de Nostradame

Nacque il 14 dicembre 1503 a St. Remy-de-Provence, come Michel de Nostradame.

Suo nonno paterno era ebreo ma si convertì al cattolicesimo cambiando il suo nome da Guy Venguessonne a Gassonet, forse per eliminare qualsiasi indizio del “Ven” ebraico.

Nostradamus in seguito si vantavò che il suo “istinto naturale” per la profezia era stato ereditato dai suoi antenati. Gassonet in seguito cambiò di nuovo il suo nome in Pierre de Sainte-Marie nel 1455, e poi ancora una volta in Pierre de Nostradame.

Michel avrebbe successivamente latinizzato il suo cognome in Nostradamus nel 1550, quando iniziò a scrivere per darsi un tono erudito.

Quando era ancora Nostradame, tuttavia, cercò di farsi un nome con mezzi più tradizionali. Trascorse i suoi primi anni nel tentativo di combattere la Morte Nera, che devastò l’Europa nel quattordicesimo secolo. Inizialmente aveva sviluppato un interesse per la medicina e da adolescente si era iscritto all’Università di Avignone nel 1519.

Un anno dopo, tuttavia, la città fu colpita dalla peste e l’università chiuse, consigliando ai suoi studenti di fuggire in campagna. Nostradamus si reinventò come farmacista itinerante, in giro per Francia, Italia e Spagna.

Ha trascorso otto anni, stando ai suoi racconti, occupato con “lo studio dei rimedi naturali in varie terre e paesi, costantemente in movimento per ascoltare e scoprire la fonte e le origini delle piante e altri rimedi naturali coinvolti negli scopi dell’arte di guarigione“.

Tornò di nuovo a scuola nel 1529, ma anche questa volta la sua carriera di studente fu breve. Dopo solo un anno fu espulso dopo che l’università aveva appreso, che aveva la fama di “farmacista e un ciarlatano”. A quei tempi, i farmacisti erano considerati in tutta Europa come poco più che ciarlatani che si approfittavano di gente di “poco cervello”.

Nel 1531 Nostradamus si stabilì ad Agen, dove sposò una donna di nome Henriette d’Encausse e generò due figli.

La Farmacia

Durante questi anni iniziò a perfezionare il proprio farmaco per la prevenzione della peste. Bolliva trucioli di cipresso, radice di iris, chiodi di garofano, calamus dolce e aloe. Il tutto era avvolto in petali di rose.

Questa profilassi seguiva l’idea generalmente accettata che la peste fosse diffusa dal “miasma”, aria cattiva e che il modo migliore per proteggersi fosse attraverso dolci profumi e fragranze.

Il becco iconico della maschera del medico della peste era in realtà funzionale, pieno di erbe e petali di fiori per mantenere l’aria pura. Poi, nel 1534, proprio la peste portò via sia la moglie di Nostradamus che i suoi due figli.

Questa tragedia fu un duro colpo per lui anche perché egli, da farmacista, aveva fatto carriera sostenendo di poter curare la Morte Nera. Forse per dimostrare che le sue fatiche finora non erano uno spreco, si buttò nel suo lavoro.

Trascorse i successivi dodici anni come apprendista presso medici e farmacisti in tutta la Francia.

La Peste Nera

Alla fine gli fu data la possibilità di un impiego più regolare nel 1546, quando fu assunto dalla città di Aix-en-Provence per curare un focolaio di peste.

Successivamente Nostradamus descrisse quegli eventi con parole agghiaccianti: “i cimiteri erano così pieni di cadaveri che non c’erano abbastanza terreni consacrati in cui seppellirli”. O ancora “Anche con oro e argento nelle loro mani, le persone spesso morivano per mancanza di un semplice bicchiere d’acqua”.

La peste era così terrificante che “I padri non si prendevano cura dei loro figli, e molti abbandonarono le loro mogli e figli non appena si rendevano conto che questi erano malati”.

Alcuni dei migliori scritti di Nostradamus sono come reporter in prima linea di un disastro così grande che la civiltà umana sembrava dovesse crollare completamente.

Dopo nove mesi la peste seguì il suo corso naturale e si estinse, ma Nostradamus poteva rivendicare il successo della sua curo, per nessun altro motivo se non che egli fosse ancora vivo.

Un bel “Successo” !

Questo “trionfo” ottenuto ad Aix-en-Provence gli valsero offerte di lavori simili l’anno successivo a Lione e a Salon. Proprio a Salon, incontrò una ricca vedova, Anne Ponsarde, che sposò nel novembre del 1547. Ma anche se ora aveva la fama di essere un medico di successo nel trattamento della peste, si rese conto che non sarebbe una carriera a lungo termine. Lasciò quindi Francia e viaggiò in Italia per i successivi due anni. Al suo ritorno, aveva iniziato a immaginare una nuova professione per se stesso.

Nel 1550 Nostradamus pubblicò il suo primo almanacco, spostando la sua attenzione dalla peste ad una nuova fonte di preoccupazione per gli europei: il clima. Quell’anno vide l’invasione di ghiacciai in Europa in quella che sarebbe diventata nota come la Piccola era glaciale, e che avrebbe avuto effetti disastrosi sull’agricoltura. Con le colture in seria difficoltà a causa delle gelate persistenti, gli agricoltori si rivolgevano ad una pletora di almanacchi che stavano inondando il mercato.

E sebbene questi offrissero anche utili dati astronomici come i cicli della luna, generalmente seguivano la tradizionale credenza tolemaica secondo cui il clima era influenzato dalle stelle e dai pianeti. Previsioni atmosferiche si affiancavano a previsioni particolari come “scenderà fuoco dal cielo e brucerà le navi” o “nasceranno alcuni nobili”

Anche se Nostradamus non è mai stato un astrologo adeguatamente addestrato e abbia ripetutamente commesso errori elementari, è stato proprio in questo campo che dopo alcuni anni ha iniziato a distinguersi.

Le sue prime previsioni erano ambigue: “In tutta la Gallia ci saranno alcune rivolte che saranno placate da un severo consiglio”, oppure “I corpi celesti lassù minacciano un grande spargimento di sangue alle due estremità dell’Europa, a est e ad ovest, e al centro ci sarà paura e incertezza”.

Le pubblicazioni

Insomma previsioni molto generiche che riflettono il timore di uno scrittore di essere altrimenti smentito. A poco a poco, però, passò dal vago all’oscuro.

Nel suo almanacco del 1553 avvertì che “un nuovo Temistocle infliggerà una grande e infelice vessazione al suo popolo” e che “il grande Annibale rischia di fallire”.

Mentre in apparenza il cambiamento potrebbe sembrare lieve, questo passaggio da nomi indefiniti a figure specifiche, sebbene allegoriche, ha iniziato a rendere le sue profezie più solide anche se scritte in codice. Il suo repertorio includeva il latino, astrazioni e metafore, insomma un miscuglio di assurdità che tuttavia ebbe l’effetto paradossale di sembrare altamente specifico.

Quindi nel 1555, oltre al suo normale almanacco, Nostradamus pubblicò la prima edizione delle “Prophecies”. Le organizzata (approssimativamente) in gruppi di cento quartine, ciascuna chiamata “Centuria”.

Le profezie non si limitato a un solo anno. Quelle nelle Prophecies non avevano data di scadenza, ed è stato in questo che ha affinato il suo stile deliberatamente oscuro.

È difficile, durante la lettura delle centurie, non cercare di dar loro un senso.

Lo scrittore scientifico e scettico professionista Michael Shermer è arrivato al punto di sostenere che l’uomo per sua stessa natura cerca di dare un significato anche a qualcosa di difficilmente comprensibile.

“Dai dati che fluiscono attraverso i sensi, il cervello inizia naturalmente a cercare e trovare schemi noti, e quindi da a loro un certo significato“, scrive Shermer.

“Non possiamo farci niente. Nostradamus nelle sue Profezie ha scritto com delle macchie di Rorschach che poi i lettori … interpretano”

Il libro delle Profezie all’inizio non vendette bene, ma i suoi almanacchi gli stavano portando successo commerciale e fama. Come scrisse allora il Vicario di Provins, “Nessun altro astrologo ha mai prodotto almanacchi così famosi nel regno di Francia. Certamente gran parte del suo successo risiedeva nel suo tono sempre più apocalittico, con previsioni di un “mondo in difficoltà” e “in balia del male”. Dopo anni di inutili lotte contro la peste, Nostradamus doveva aver deciso che era molto più facile abbandonarsi apocalisse piuttosto che combatterla.

Il suo almanacco del 1555 fu accolto con entusiasmo da Alexandre de la Tourette, presidente dei Maestri generali dei ministri di Francia e alchimista dilettante.

De la Tourette regalò diverse copie dell’almanacco e, nel luglio dello stesso anno, la regina di Francia, Caterina de’Medici convocò Nostradamus.

La superstizione di Caterina era ben nota in tutta la Francia tanto che aveva degli astrologi che la frequentavano o lavoravano per lei, nonostante le loro previsioni fossero sempre completamente sbagliate.

Pare che il suo terzo figlio Henry avrebbe esclamato, esasperato dalla creduloneria di Caterina, che era stanco di vedere sua madre “tradita da falsi maghi che hanno ottenuto una grande quantità di denaro da lei e non ha fatto nulla in cambio”.

Nostradamus si unì quindi a questa lunga lista di veggenti leggendo la fortuna del Re e della Regina. Per i suoi servigi gli fu pagato un modesto compenso di centotrenta corone (cento delle quali, si lamentò amaramente con un amico, le aveva spese solo per recarsi a Parigi).

All’epoca, i suoi contemporanei erano ancora più interessati al prossimo futuro rispetto ad un lontano 1999 o al 3797. Ma poi arrivò l’inaspettato.

Durante una festa del 30 giugno 1559, Enrico II prese parte a una fiammante giostra, durante la quale si verificò un bizzarro incidente. Il suo avversario, Gabriel Montgomery, spezzò la lancia sullo scudo di Enrico e un frammento del legno fu sparato sotto l’elmo del re e si fermò sopra il suo occhio nel suo cervello. Henry morì dieci giorni dopo l’incidente.

Ora molti a corte, in lutto e in cerca di risposte, hanno trovato un collegamento dell’infausto evento alla trentacinquesima quartina nel primo secolo delle profezie:

Trentacinquesima quartina, prima centuria:

«Il leone giovane, il vecchio vincerà.
Il campo bellico, per dolore singolare.
In gabbia d’oro, gli occhi gli salteranno
delle forze in combattimento una rimarrà,
l’altra morrà di morte crudele».

Gli scettici obietteranno che Montgomery era si più giovane, ma solo di sei anni e neanche esattamente “giovane.

Gli scettici potranno eccepire che l’elmetto di Enrico molto probabilmente non era fatto d’oro, o che la scheggia non era effettivamente penetrata negli occhi, o che nessun esercito era coinvolto. Nessuno di questi argomenti, allora o oggi, può contare per coloro che erano e sono convinti che Nostradamus abbia previsto la strana morte del Re.

Dopo la morte di suo marito, Caterina iniziò a consultare regolarmente Nostradamus.

Ella enunciò le previsioni di Nosty nelle discussioni con gli ambasciatori stranieri e nel 1564 portò suo figlio, il Re Carlo IX, a Salon per un consulto del veggente.

Nostradamus predisse che il giovane sovrano all’epoca quattordicenne che sarebbe stato “Un grande uomo di guerra, secondo a nessuno nella fede in Dio. “

Le sue profezie non erano sempre così ruffiane. Disse a Caterina che tutti e quattro i suoi figli sarebbero vissuti per diventare re, il che suona bene fino a quando non ci si rende conto che questo significa che i primi tre erano destinati a morire prematuramente.

Per di più, Nostradamus predisse che un giorno Caterina avrebbe perso tutta la sua discendenza. Ebbene, Elisabetta, figlia di Caterina morì di parto qualche anno dopo. In effetti Nostradamus sembra essere stato più preciso nel prevedere calamità. Dalle nefaste quartine, Caterina sarebbe trovava una magra consolazione nel sapere che c’era un ordine più ampio che governava la terra e che le morti di marito e figli erano un piano ben preciso di Dio e non del tutto arbitrarie.

Nostradamus era un personaggio di spicco ai suoi tempi.

Parlava di guerre, carestie, dinastie che cadevano e dopo la sua morte nel 1566 per idropisia, i suoi scritti avrebbero continuato a riapparire in tempi di calamità.

Theophilus de Garencières, il suo primo traduttore inglese, pubblicò The Prophecies nel 1672, appena sei anni dopo che gran parte della città era stata distrutta, prima dalla peste e poi dal fuoco.

In quei tempi tumultuosi in Inghilterra, il lavoro di Nostradamus trovò una nuova vita anche per placare le ansie dei britannici.

Quando Carlo II non riusciva ad avere un erede legittimo, apparve un opuscolo affermando falsamente che Nostradamus aveva predetto che il re avrebbe presto generato un figlio.

È in tempi di grande incertezza nazionale che le edizioni e le traduzioni delle sue opere maggiormente in voga. In Francia, ad esempio alla fine del diciottesimo secolo, si riteneva che Nostradamus aveva predetto la Rivoluzione francese.

Come accadeva per le previsioni fatte a Catherine de Medici, non importava che spesso gli scritti sembrassero suggerire che le cose sarebbero andate molto peggio: ciò che contava era il senso che qualcuno avesse scoperto l’ordine nella follia, e Nostradamus interpretava ottimamente la parte di una voce stranamente rassicurante in un momento di sventura.

Quando Napoleone salì al potere pochi anni dopo, consultò nuovamente il profeta e gli interpreti volsero la loro attenzione alla quartina VIII.1, che inizia con, “Paw, Nay, Loron più fuoco che a sangue sarà“.

Anagrammando i nomi di quelle tre città nel sud-ovest della Francia salta fuori “Roy Napaulon”. Il generale Bonaparte divenne così il primo “Anticristo” nelle Profezie di Nostradamus, a cui seguì, più di cento anni dopo, il secondo, “Hister”, un nome arcaico per il Danubio che veniva spesso accostato per sonorità al nome Hitler, nato addirittura vicino al Danubio.

Nel 1921, apparve un breve libro su Nostradamus, pubblicato da un “C. Loog “, un impiegato delle poste di Berlino. Conteneva un’interpretazione della quartina III.57:

Centuria 3, quartina 57

Sette volte verrà cambiato il popolo Britannico,
Tinta di sangue in duecentonovanta anni
Franca non affatto per appoggio Germanico
Ariete dubbio suo polo Bastarnan”
.

Loog ha contato i 290 anni dalla decapitazione di Carlo I nel 1649 e tradotto “Franca” come “francese”, non come “libero”. Prese anche “Bastarnian” come riferimento all’Ucraina e alla Polonia meridionale, perché, come spiegava Loog, i Bastarnians erano una tribù germanica che una volta aveva occupato quella regione.

Mettendo insieme tutti quti ingredienti si ottiene un bello spargimento di sangue che coinvolge Gran Bretagna, Francia, Germania e Polonia, che si verificherà nel 1939. Il Dr. HH Kritzinger riprese l’interpretazione di Loog nei suoi Misteri del sole e dell’anima, pubblicati un anno dopo , e ancora in stampa nel quando Hitler invase la Polonia. Alcune settimane dopo, Magda Goebbels si imbatté nel passaggio del libro di Kritzinger e si affrettò a condividere la buona notizia con suo marito: il trionfo del Terzo Reich era preordinato.

Durante quell’autunno, il Ministero della Propaganda di Josef Goebbels discusse ripetutamente di com poter usare le profezie di Nostradamus per ottenere buoni risultati, arrivando persino a convocare Kritzinger quel dicembre.

Come il dottore in seguito ha ricordato, Goebbels ha ripetutamente chiesto: “Hai qualcos’altro sulla dello stesso tenore?” come se, diceva Kritzinger, «Fossi in grado di tirare fuori una previsione interessante dopo l’altra sulla Gran Bretagna e sulla guerra».

Incapace o non disposto a produrre ciò che Goebbels voleva, Kritzinger suggerì invece di ascoltare un astrologo e occultista di nome Karl Ernst Krafft, che nel 1940 produsse un opuscolo per Goebbels con lo pseudonimo di “Norab”, intitolato “Cosa accadrà in futuro?”

L’opuscolo fu stampato in oltre mezza dozzina di lingue, incluso l’inglese, proprio con l’intento di essere diffuso in nazioni straniere, comunicando a tutti l’imminente vittoria dei nazisti.

Ma Krafft non è stato l’unico a sostenere che Nostradamus parteggiasse per il proprio paese.

A contrapporsi a Krafft c’era un occultista di Londra, tal Louis de Wohl, che aveva iniziato a combattere la guerra astrologica di Goebbels con una sua profezia.

De Wohl scrisse un libro in lingua tedesca: Nostradamus predice il corso della guerra, che, sosteneva, essere basato su di un manoscritto segreto di Nostradamus recentemente scoperto a Ratisbona. De Wohl fu così in grado di fabbricare le sue quartine che potevano opporsi quelle di Krafft arrivando a predire l’assassinio di Hitler per mano di sei uomini.

Nel frattempo, anche gli Stati Uniti entrarono in guerra e la Metro Goldwin Mayer (MGM) iniziò a produrre una serie di cortometraggi per risollevare il morale dei soldati.

Il primo era intitolato Nostradamus Says So, Lo dice Nostradamus.

Scherzare con queste cose, però, risultò pericoloso. Nel 1941 il leader del partito nazista Rudolf Hess fuggì dalla Germania Nazista fino in Scozia per tentare un segreto accordo di pace con gli inglesi.

Per questa definizione gli occultisti si presero tutte le colpe e Kraft fu arrestato morendo più tardi di tifo durante la prigionia.