Storia

26 aprile 1986. Chernobyl: L’Italia apprende del disastro nucleare

Il TG1 del 26 aprile 1986 racconta di una “esplosione in una centrale nucleare facendo delle vittime. Il fatto è accaduto a Chernobyl in Ucraina dove si trova una centrale elettro nucleare. Secondo la TASS uno dei tre reattori atomici è entrato in avaria il fatto che … dell’incidente sia stata data notizia tramite le fonti ufficiali, la TASS, cosa del tutto inusuale in Unione Sovietica fa pensare ad una sciagura di grandi proporzioni. Ma un altro elemento confermerebbe le ipotesi più pessimistiche. Già dal primo pomeriggio infatti sono arrivate dalla Svezia, dalla Finlandia e dalla Norvegia notizie convergenti sull’arrivo nei tre paesi di ondate radioattiva provenienti dall’Unione Sovietica”.

Ecco come hanno appreso di un presunto disastro nucleare. Una notizia che, all’ombra della guerra fredda poteva lasciare aperti numerosi interrogativi e innumerevoli scenari futuri.

Per la prima volta l’Unione Sovietica dava notizia di una tragedia macchiava l’orgoglio di un regime comunista in continua competizione con gli Stati Uniti. Una gara giocata sul piano tecnologico e militare e dover diffondere una notizia del genere era fonte di grandissimo imbarazzo. Più che delle vite umane ci si preoccupava della reputazione che poteva essere perduta dalla Madre Russia agli occhi del mondo.

Come giustamente intuito dal giornalista, la tragedia doveva essere davvero grave per essere diffusa dall’organo di stampa ufficiale. In seguito, però, il regime inizialmente tentò di insabbiare i veri numeri, le vere cause e le reali conseguenze della tragedia. Telegiornali nei giorni seguenti annunciavano che la celebre ed infausta nube radioattiva sarebbe arrivata nel giro di pochi giorni, spinta dai venti, anche sul nostro stivale a partire dal nord fino a scivolare lungo la dorsale adriatica verso sud.