Cronaca Storia

Beppe Grillo, il sorteggio dei parlamentari e gli ateniesi

Beppe Grillo, il sorteggio dei parlamentari e gli ateniesi - Partenone

E così mi arriva agli occhi uno screenshot su Facebook dove si prende in giro Beppe Grillo per una sua affermazione: “Sorteggiamo i parlamentari”. Incuriosito sono andato alla ricerca del post originale ed in effetti Grillo suggerisce che la sua idea non sarebbe poi così astrusa, dato che anche gli ateniesi estraevano a sorte i loro governanti. Non sono mai stato una cima a scuola, per di più i miei non sono stati studi classici e quindi, per forza di cose mi sono dovuto rivolgere all’amico Wikipedia.

Ebbene, in effetti ad Atene era previsto un sorteggio per ricoprire cariche pubbliche minori e per le quali non vi era bisogno di alcun tipo di specializzazione. Tuttavia, i soggetti “selezionabili” dovevano avere qualità ben precise: l’elettorato passivo era quindi abbastanza restrittivo. In più, questo elettorato ad estrazione era destinato ad un lavoro collegiale o comunque in affiancamento ad uno staff e, come se non bastasse, posto sotto il controllo di un’assemblea. Le cariche più importanti ed influenti erano quindi sottoposte a classica elezione. Beppe Grillo utilizza il termine “Demarchia” accostandolo direttamente alla civiltà ateniese  [box] La “demarchia” era un concetto fondante della civiltà classica, anche Aristotele, nella Retorica, definisce la democrazia stessa come la forma in cui si estraggono a sorte i rappresentanti. (tratto dal Blog di Beppe Grillo)[/box]

Sempre grazie al caro Wikipedia, vengo invece a sapere che il termine “Demarchia” compare per la prima volta in un lavoro del filosofo Friedrich von Hayek che però non intendeva affatto quello che si definisce “sorteggio”. Nella sua “Demarchia”, il potere dello Stato è ridotto al minimo per evitare ingerenze lesive della libertà del cittadino e la costituzione di caste o gruppi di potere.

Il primo ad accostare la parola “Demarchia” ad un sistema di sorteggio è stato il filosofo John Burnheim in tempi molto più recenti: nel 1985 all’interno del suo libro “Is Democracy Possible? The alternative to electoral politics”.