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FaceApp: Come funziona l’app del momento?

FaceApp

Se sei stato online di recente, probabilmente sai che “FaceApp” sta avendo la sua seconda ondata di successo. Tutti, dalle celebrità al vicino di casa sembrano presi da questa applicazione gratuita ma con alcuni contenuti premium a pagamento.

FaceApp è un’applicazione di manipolazione delle immagini che consente agli utenti di ritoccare i propri selfie con alterazioni molto realistiche e particolari. Uno dei più famosi filtri presenti nell’app è quella che permette di invecchiare il proprio viso fino ad apparire sulla sessantina o settantina dandoci la possibilità di avere un assaggio di quello che ci mostrerà lo specchio in futuro.

FaceApp consente inoltre di cambiare sesso e scoprire quanto belli (o quanto brutti) si sarebbe stati avendo differenti genitali. Caratteristiche di contorno ci permetteranno di avere differenti acconciature, barba, applicare filtri colorati, tatuaggi, make-up e tanto altro. Davvero tanto se si acquista la versione premium.

Ma come hanno fatto i creatori di FaceApp ad ottenere una manipolazione dell’immagine così realistica, precisa e immediata?

Un po’ di storia

Wireless Lab ha rilasciato inizialmente FaceApp nel gennaio del 2017. L’app si concentra principalmente su selfie o foto con volti. Con l’intento di divertire, FaceApp riesce a far “sorridere” un vostro selfie o a farlo sembrare più vecchio, o più giovane. Con FaceApp sarà possibile godere di una folta chioma anche se abbiamo perso tutti i capelli, o immaginarsi nell’altro sesso. Ma FaceApp non lo scopriamo solo oggi. L’applicazione ha già conosciuto il consenso virale nel 2017, quando molte persone hanno iniziato a condividere i loro selfie modificati con le funzionalità dell’app. I risultati sono molto convincenti e divertenti, ed hanno sancito un sucesso enorme su Facebook e Instagram.

Come fa a sembrare così reale?

Per manipolare le immagini inviate dai suoi utenti, FaceApp utilizza l’apprendimento automatico. Una volta modificata la foto, – poco importa che sia scattata sul momento o scelta dalla libreria – sarà possibile condividerla in automatico con i vostri Social Network.

Per funzionare, FaceApp utilizza un tipo molto specifico di tecnica di apprendimento automatico chiamata rete neurale. Queste reti sono modellate sui processi neuronali del cervello umano e possono essere addestrate per riconoscere volti e svolgere compiti specifici.

Per consentire al programma di riconoscere i volti e aggiungere modifiche per ottenere l’effetto desiderato, FaceApp utilizza un sottoinsieme di reti neurali chiamato Generative Adversarial Networks (GAN).

Le Generative Adversarial Networks (GAN)

I GAN utilizzano due reti neurali contrapposte per creare un’immagine realistica.

Una delle reti si chiama generatore e il suo compito è prendere vettori di rumore (un elenco di numeri casuali) e generare un’immagine. Questi numeri casuali assicurano la variazione dell’immagine generata in modo da produrre ogni volta un’immagine diversa.

La seconda rete si chiama discriminatore e il suo compito è quello di analizzare le immagini create dal generatore. Il discriminatore analizza le immagini basandosi sul mondo reale, precisamente utilizzando le foto che vengono inviate a faceApp. Quando un immagine generata risulterà “difettosa”, paragonandole ad altre inviate da utenti reali, questa verrà scartata, provando con una diversa soluzione fino a quando il generatore supererà tutti i criteri del discriminatore e creerà un’immagine realistica.

Per creare immagini con funzionalità specifiche, il GAN prenderà in considerazione anche l’età di alcuni “soggetti campione”, ad esempio. In questa maniera, il GAN fonderà la tua foto con quella di “modelli anziani”, o giovani, o con la barba (eccetera) per poi modellare la tua foto originale e renderla il più verosimile possibile.

Non mancano le polemiche

Sebbene l’applicazione mostri grandi capacità di manipolare le immagini, è stata spesso circondata da polemiche. Nelle sue prime versioni l’app è stata criticata per la presenza di filtri che hanno promettevano di cambiare il volto delle persone in altre etnie. Questa possibilità è stata vista come una forma di razzismo. In più, via via che l’app diventava sempre più virale, molti utenti hanno cominciato a nutrire preoccupazioni sulla privacy dei dati inviati e sull’accesso illimitato che FaceApp ha alle immagini nel telefono su cui è installato. L’app è stata anche accusata di vendere i dati accuratamente raccolti dai loro milioni di utenti a società terze desiderose di accedere a tali dati.