Storia

Il lato oscuro del rivoluzionario Ernesto “Che” Guevara.

Ernesto Guevara, conosciuto come “Che” è il volto, la personificazione della rivoluzione. Con il suo barbuto aspetto benevolo è stato preso come beniamino da chi vuole sconfiggere il sistema oppressore in favore della persona qualunque.

Ma a dispetto della celebre frase “Hasta la victoria, siempre“, la sua breve vita fu costellata più di sconfitte che di vittorie, e segnata da alcuni atti criminali brutali e decisamente non eroici. Anche la sua morte, avvenuta all’età di 39 anni nel 1967, fu in realtà triste e senza cerimonie.

Tuttavia, dopo la sua morte, Ernesto Guevara è diventato una spina nel fianco dello status quo nonché il simbolo inevitabile di tutto ciò che i sognatori pensano debba essere un vero rivoluzionario: forte, di sani principi, una minaccia per i ricchi e potenti, un sostenitore dei deboli, un leader dei oppressi.

Chi era Ernesto Che Guevara?

Nato nel 1928 in Argentina da genitori benestanti di sinistra, Guevara sviluppò presto un’interesse per la lettura che includeva poesia e classici. Poco più che ventenne ha viaggiato in tutto il Sud America, dove ha appreso della difficile situazione dei poveri e della classe operaia. (Il film del 2004 “I Diari della Motocicletta” raccontava appunto uno dei suoi viaggi.)

Guevara tornò in Argentina per completare la sua laurea in medicina, quindi riprese i suoi viaggi in America Latina. La povertà a cui ha assistito e i governi spesso corrotti incontrati nei suoi viaggi lo hanno portato ad abbracciare le idee di marxismo e rivoluzione.

La sua opportunità di passare all’azione arrivò nel 1955. Mentre a Città del Messico a lavorare come medico, Guevara conobbe Fidel Castro. Dopo essere rimasti a parlare per una notte intera, Guevara ha accettato di aiutare Castro nella sua lotta per rovesciare il dittatore appoggiato dagli Stati Uniti Fulgencio Batista.

Il 1 ° gennaio 1959, Castro e il suo esercito rivoluzionario rovesciarono Batista. Guevara, come comandante della seconda colonna dell’esercito di Castro, si trasferì a L’Avana. Nacque una nuova Cuba e Guevara divenne – forse anche più di Castro – il rivoluzionario più riconosciuto al mondo.

Il vero Che … e quello idealizzato.

Castro ha immediatamente incaricato Guevara di fare giustizia con i lealisti di Batista rimasti a Cuba, ed è qui che l’immagine romantica del Che inizia a sgretolarsi. Come procuratore supremo dell’isola, Guevara era responsabile delle esecuzioni. Se ne contarono dozzine, forse centinaia. A quanto pare, uccidere non era fuori dalle sue corde. Durante la guerra rivoluzionaria, si diceva anche che il Che avesse giustiziato i disertori, molti per mano sua.

In effetti non tutti trovano che Guevara sia un giusto rivoluzionario. L’autore cubano Humberto Fontova nel suo libro “Exposing the Real Che Guevara: And the Useful Idiots Who Idolize Him” lo dipinge con tinte molto più tetre.

“Se i cubano-statunitensi ti considerano troppo passionale, o anche un po’ pazzo, una ragione c’è. Praticamente ogni giorno accendiamo la TV, usciamo per le strade e vediamo l’immagine dell’uomo che ha addestrato la polizia segreta ad assassinare i nostri parenti: migliaia di uomini, donne e ragazzi. Quest’uomo ha commesso molti di questi omicidi con le proprie mani. Eppure lo vediamo celebrato ovunque come la quintessenza dell’umanità, del progresso e della compassione. … Quell’uomo, quell’assassino, è Ernesto “Che” Guevara”.


Jon Lee Anderson, che ha scritto quello che molti considerano la biografia definitiva del Che nel 1997, intitolato “Che: Una vita rivoluzionaria“, ha affrontato la brutalità del Che nell’introduzione alla versione grafica della sua biografia nel 2016:

Un estratto di Che: A Revolutionary Life
Versione illustrata

“Durante gli anni Novanta, quando la mia biografia apparve per la prima volta, non mi sembrò particolarmente importante per lettori sapere che il Che fosse un novellino procuratore supremo della neonata rivoluzione cubana, presiedendo alle sommarie condanne e poi compiendo esecuzioni (sparando) con il plotone oltre trecento vecchi criminali di guerra per lo più assassini e torturatori dell’ancien régime. A distanza di due decenni, tuttavia, questa sfaccettatura del Che provoca disagio nei giovani lettori che sembrano sorpresi nello scoprire che il Che era un rivoluzionario in carne e ossa e che, ergo, ha ucciso persone”.

Che Guevara, un uomo d’azione

Pochi mesi dopo la presa in carico del nuovo Governo, Castro nominò Guevara, tra i tanti incarichi, a capo della riforma agraria Ma l’indole di Guevara, era quella di eroe rivoluzionario e presto si stancò della routine quotidiana del governo.

L’obiettivo, di Castro era quello di vincere a Cuba e governare il paese. Ma a Guevara non importava di governare. Era un completo fallimento come burocrate. Semplicemente non gli piaceva. Ernesto Che Guevara era un uomo d’azione.

La rivoluzione cubana ha donato a Guevara una posizione di rilievo internazionale. Il Che nel 1964 ha parlato davanti alle Nazioni Unite, nella sua tradizionale uniforme militare.

Presto sentì il bisogno di tornare in trincea come una sorta di rivoluzionario soldato di fortuna. Ma ne la passione ne l’autenticità di Guevara, ne la lealtà con cui comandava i suoi seguaci, si tradussero in una vittoria. La sua battaglia per sostenere gli insorti in Congo nel 1965 durò sette mesi e si concluse con un fallimento totale. Guevara tornò in patria con i cubani sopravvissuti biasimando l’incapacità dei congolesi presenti nel suo esercito.

La morte di Ernesto Che Guevara

Guevara impiegò in seguito circa 50 uomini per sostenere un esercito rivoluzionario contro il governo boliviano. Nel conflitto impiegò le tattiche di guerriglia che aveva usato a Cuba e altrove (come descritto nel suo libro “Guerrilla Warfare”, originariamente pubblicato nel 1961).

Ma la sua strategia e la sua tattica erano destinate a fallire quasi fin dall’inizio. Per aiutarlo nella sua lotta non arruolò nessuno del posto e quindi nessuno nel suo gruppo parlava il dialetto dei boliviani di quella parte del paese.

Guevara non è riuscì a coordinarsi con il partito comunista del posto e probabilmente non si era reso conto che non erano solo i boliviani a combattere. Gli Stati Uniti avevano infatti fornito armi, addestrato e sostenuto molte delle forze impiegate contro gli insorti boliviani.

Dopo diversi mesi di schermaglie e la morte di alcuni dei suoi uomini, un Guevara ferito e devastato fu catturato dall’esercito boliviano l’8 ottobre 1967. Fu giustiziato per ordine del presidente boliviano René Barrientos, nel pomeriggio del 9 ottobre, 1967.

Secondo un rapporto dell’intelligence del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, Guevara disse al suo carnefice, un giovane sergente boliviano che si era offerto volontario di sparare al prigioniero «Sappi che stai uccidendo un uomo»

Il cadavere violato ed esposto

Dopo l’esecuzione, il suo corpo è stato trasportato in aereo in una città vicina, dove è stato esposto all’ospedale locale. Le sue mani furono mutilati e spedite in Argentina per la verifica delle impronte digitali.

Fu quindi sepolto in una tomba non contrassegnata. I resti di Guevara non furono scoperti fino al 1995, quando un generale boliviano in pensione non parlò all’autore Anderson della loro ubicazione.